Giampiero Nucciarelli

Opere 1959-2018

Sessant’anni di opere di Giampiero Nucciarelli a Palazzo Primavera

Cliente: Giampiero Nucciarelli
Anno: 2018
Cosa: volume composto da 138pp, stampa offset 4+4, carte patinate 170gr / 350gr, plastificazione

“Alternando figurazione e astrazione Giampiero Nucciarelli ha condotto negli anni una rigorosa ricerca artistica, di cui questa mostra dal carattere antologico allestita presso il Palazzo di Primavera a Terni è una chiara e preziosa testimonianza. La sintassi di tale ricerca è stata declinata dall’artista di volta in volta attraverso un personale e peculiare linguaggio basato, in primis, sull’uso espressionistico del colore e sul pennelleggiare rapido e graffiante. Nei suoi dipinti ha visualizzato i moti dell’Essere; ha veicolato messaggi di denuncia sociale e di forte impegno civile invitando il distratto ed edonistico pubblico dell’arte alla presa di coscienza su diverse questioni di cogente attualità”

Editoriali

“Un’antologica ed un catalogo che abbiano il compito di documentare sessant’anni di lavoro di un’artista – scrive Franco Profili – sono cose difficili da costruire perché l’arco di tempo da provare a leggere e raccontare è così lungo da imporci umiltà e determinazioni se non superiori almeno eguali a quelle del nostro protagonista. Il mondo è cambiato non una ma più volte ed ora avanza a singhiozzo senza avere più le certezze di una volta. Dopo il massacro della seconda guerra mondiale pur tra mille contraddizioni ha marciato verso una crescita che dopo aver dato una vita agiata a tanti degli abitanti della parte ricca di questo pianeta, ha riempito e saturato le vite del mondo industrializzato di bisogni che tali non sono se non per chi li produce e commercializza. Da tempo la crescita imposta è arrivata al capolinea e le vittime sparse nelle tante guerre non dichiarate sono ormai incalcolabili“.

Giampiero Nucciarelli nasce a Terni nel 1938. I suoi impegni di lavoro lo portano, giovanissimo, a vivere per quasi un decennio in Alto Adige per cui, la pittura di quegli anni, come, con bella sintesi scrive Franca Calzavacca “ha risentito dell’impatto determinante con l’espressionismo violento e sacrificale dei territori d’oltralpe e dei paesi nordici, per ancorarsi, in certo senso, alla profonda depressione baconiana che ha violato corpi ed anima con rimandi drammatici” e lascerà un segno profondo nel suo fare artistico negli anni a venire. Nel 1973 fa definitivamente ritorno nella sua città natale.

Nel 1990 aderisce all’associazione Atelier Liberi che in un quinquennio realizza una serie di mostre nelle sedi più prestigiose dell’Umbria: Todi, Sala delle Pietre; Gubbio, Palazzo dei Consoli; Narni, Chiesa di S. Domenico; Perugia, Ipso Art Gallery; Terni, Chiesa del Carmine; Acquasparta, Palazzo Cesi, in cui, unitamente alle opere degli artisti dell’associazione, vengono presentate le sculture di Sol Lewitt, gli eccezionali lavori su carta di Leoncillo e una scultura inedita dello stesso. Nel 1992 realizza una Via Crucis per la chiesa dell’antico borgo di Sogna, frazione del Comune di Bucine (AR). Nel 1994 partecipa al premio biennale Arte Mondadori, in cui, l’opera Rapaci, selezionata dalla giuria tra 1400 concorrenti, viene premiata con targa d’argento a conclusione della mostra allestita presso la Finarte, casa d’aste di Milano.

In seguito la pittura di Nucciarelli procede per cicli. Dell’anno 2000 è il ciclo Untitled, opere realizzate a carboncino e grafite su cartone. Dell’anno 2003 è il ciclo Piogge Acide. Dell’anno 2004 è il ciclo Iraq – Prigionieri e Ostaggi in cui si ritrova tutta la forza espressiva, sia nel disegno che nel colore, dei dipinti degli anni ‘90 e “dai quali emerge, come elemento angoscioso, la violenza dell’uomo sull’uomo” (M. Valeri). Dell’anno 2007 è il ciclo “New York”, tecniche miste su cartone “vedute urbane di metropoli disabitate e alienate da ardite prospettive, che sembrano la trasposizione postmoderna di certe atmosfere metafisiche” (F. Santaniello). Dell’anno 2009 è il ciclo Identità Negata, tecniche miste su cartone “figure, sagome di donne e uomini inghiottite dal silenzio, inserite in situazioni spazio-temporali indefinite e indefinibili”. Dell’anno 2013 è il ciclo Fotografare l’Anima, tecniche miste su cartone.